venerdì 30 aprile 2010

Un incontro non del tutto casuale: Nadir!

Cari Pezzenti,

oggi voglio dirvi di quella festa da Hammamet.

Ero con tutta gente con la grana che gli esce dal buco del culo, ma pulita, eh!
Socialisti, ex socialisti, gente di un certo livello, gente che a casa non c’ha la donna delle pulizie, c’ha le maestranze.

Anch’io ho preso a dire: “le maestranze sono in sciopero perché vogliono l’aumento, maledetti comunisti sono in mezzo a tutto come la gramigna”. In barca da Mirkino, al cospetto della barista del Muretto, fa molto più glamour rispetto a “la Olga mi ha denunciato ai sindacati perché è in nero e ho uno stronzo della CISL che mi chiama tutti i giorni”. Speriamo che non venga fuori che quella volta che ero in baruffa con la Loredana (la mia attuale fuck-friend) le ho chiesto “come si dice pompino in Polacco?”, sperando che capisse l’antifone e mi torturasse un po’ l’apostrofo. Non solo non ha capito, ma il giorno dopo mi ha mandato Julien Tiberius, il suo fidanzato romeno che fa il camionista free lance, il quale mi ha minacciato di morte. Ma si accoppiano anche tra razze diverse, adesso, ‘sti merdosi?

Insomma ad Hammamet si commemorava quello là, il socialista, quello cogli occhiali che a un certo punto era sempre dappertutto su tutti i canali, anche a San Remo. Avrò avuto 15 anni quando gli hanno tirato gli euri in testa ma già all’epoca dicevo “porco dio che culo me li tirassero a me mi verrebbe il Tiger della Piaggio come 100%Rujo”. Che poi il Rujo se l’era fatto inculare dai Gazzetta e l’aveva pagato a rate facendo la cresta sui soldi che sua mamma gli dava per la spesa alla Cadoro.

Quando mi ha chiamato Alvise del King (“del King” non è il cognome, è che faceva lo sgabuzziniere al King e si è fatto una reputazione, per cui preferisce firmarsi così, piuttosto che col suo vero cognome “Burigotto”) e mi ha detto “devo andare a servire ai tavoli a una festa di vaips forse riesco a farti passare e in cambio facciamo pari e patta con quella volta che ti sei travestito da carabiniere davanti a mia madre” pensavo che fosse una cosa seria: troie, coca, parcheggio, musica positive.

Arrivo con un charter che ha fatto scalo a Minneapolis, e mi ritrovo in una situescion “absolutely no fashion”, tipo congresso scuola media, con tutte le careghette in fila, il palco col tavolo, i segnaposti coi nomi, le acque minerali e i bicchieri e le hostess che io gli chiedo “siete anche escort” e loro mi mandano a fare in culo. Nemmeno il mio proverbiale rotolo da dimostro funziona, oggi.

Poi c’è ‘sta stronza bionda che parla di rivalutazione e io che penso sarà la rivalutazione monetaria, quella del colpo di frusta, che c’è il fratello del Fidanzi che vive di colpi di frusta da sette anni e c’ha l’audi TT.

Mostrano sempre la foto di quel ciccio con gli occhiali a televisione e io non capisco che cazzo di puntata di Fantastico ha presentato e/o se era uno delle Orme, che poi le Orme sono anni che mi chiedono “Saimon vieni a suonare con noi” ma io gli dico “no, ho un contratto di esclusiva con la EMI e voi siete alla UNIVERSAL, sciampisti…”.
A un certo punto mi rompo il cazzo ed esco in giardino: chi ti trovo lì? Nadir Boscolo, il mio vecchio compagno delle superiori.

Quasi stentavo a riconoscerlo, alle superiori era il cenerentolo della classe perché i suoi non gli volevano comprare l’Hip Hop profumato (Rolex neanche a parlarne).

Adesso è tutto intabarrato in un abito di Cantarelli che ho visto dalle Sorelle Ramonda ma che non mi son potuto comprare per quel casino degli assegni protestati, scarpe Laboutin da uomo (ma esistono, cazzo! Non me l’avevano detto??), profumo Farenheit di Christian Dior che all’Aida fai strage se te lo metti al posto dell’anti-scaggio, cintura con la acca, ROLEX (!!!): insomma, un uomo da acciaieria di Spinea.

Gli dico “Nadir, sei proprio tu? Lo stesso che vinceva sempre le figurine mangiando i vermi?”.

Mi dice “Saimon, quei cani dei tuoi morti!” (Nadir, con quel nome lussuoso che gli hanno appioppato i suoi, spineesi doc, ha sempre avuto una marcia in più: anche la tipica espressione margherotta “chi cani d’i tà morti” pronunciata da lui diventa un nobile brocardo rinascimentale).

Gli dico: “Nadir, mi tocca darti del lei!”.

Mi dice: “No, cazzo, ti tocca ridarmi i sette milioni della Panda”.

Effettivamente, avevo rimosso che in quinta eravamo andati a puttane insieme e lo avevo convinto a farmi provare la Panda Sport che si era comprato con l’eredità di sua madre morta la settimana prima. Purtroppo ho cercato di fare un testa coda per farmi bello davanti alla Pizzeria Ai Bersaglieri dove lavorava una bionda fica e mi sono smaltato contro un furgoncino che vendeva merluzzo ai ferri. Gli ho sempre promesso che avrei ripagato il danno, ma poi abbian fatto la maturità e chi s’è visto s’è visto…

Estraggo il blocchetto degli assegni dal taschino dei Jeckerson Bandiera e gli dico “Nadir, che sarà mai, domani vai e te lo incassi… Chiamo in banca che ti facciano la valuta di ieri…”.

In realtà con quell’assegno ci si può solo pulire il culo perché al Credito Cooperativo di Borbiago ero sotto di quindicimila per i sedili, ma in cuor mio spero che l’aereo che lo riporta a casa cada in mezzo al mediterraneo e chi s’è visto s’è visto.

Mi dice: “cosa fai nella vita”?

Gli dico: “Ero amministratore delegato di Hypo Alpe Adria Bank S.p.a. ma dopo la storia dei bond argentini mi son detto >. Poi c’era la sorella gemella di Laura Vandervoort che non riuscivo a farle staccare la bocca dal mio cazzo e siccome suo padre aveva un mucchio di azioni allora non volevo ci fossero dubbi sulla mia indipendenza. E allora ho messo su una SIM mia personale”.

Mi dice: “porcodio!”.

Gli dico: “diocan!”.

Mi dice: “No, sai… Perché mia zia Rosetta è sicura che una volta le hai suonato alla porta cercando di venderle un’assicurazione per la moto e l’abbonamento a Selezione del Reader’s Digest”.

Gli dico, facendo di no con la testa: “E’ un mio sosia. C’è uno stronzo che si è fatto la plastica per assomigliarmi e sfrutta il mio nome per vendere assicurazioni”.

Mi dice: “buffo”.

Gli dico: “e tu cosa fai? Capo cameriere?”.

Mi dice: “No, sono assessore a Massanzago”.

Penso “dio mascalzone”, forse quell’incontro non è stato casuale… Potrei mettere in atto il mio sogno che covo da oltre un decennio.

A un certo punto mi faccio coraggio e gli svelo il mio piano: “vorrei che la piazza di Spinea si chiamasse PIAZZA SIMONE DA SPINEA”.

To be continued…



Quei maledetti sette kili!

Cari Pezzenti,

la problematica che mi affligge di questi tempi è la perdita di quei sette/otto chili di peso corporeo che ho accumulato durante l’inverno. L’estate si avvicina, gli inviti in barca fioccano, tant’è che ho dovuto fissarne alcuni addirittura per il mercoledì mattina, dovendo riservare il week end (dove ci sono più possibilità di essere visto) ad imbarcazioni superiori ai venti metri e che ormeggino come minimo in Riva degli Schiavoni. Per non parlare del Redentore: in tale occasione si stanno contendendo la mia presenza sia il Cipriani che l’imbarcazione del Presidente Zaia, asseritamente intenzionato ad avere da me alcune informazioni sulle operazioni in colonna, che lo affascinano parecchio.

Vedremo…

Il problema è che, a furia di offrire gratis aperitivi a destra e a manca, una curiosa pancetta fa capolino tra le mie tettine decorate, in punta di capezzolo, da alcuni peletti matti del medesimo colorito metastatico dei miei capelli unti… No fashion, direbbe il mio amico Artù, un nobile congolese trapiantato in Borgogna dove vende affettatrici di prosciutto della Mercedes (roba di classe, roba che costa…).

Ho contattato il mio dietologo per una consulenza telefonica: ovviamente il numero è a pagamento ma poiché io sono official endorser della Vodafone, non pago la bolletta, ca va sans dire…

Erminio è un ex promotore finanziario come me, ma una volta ha assistito in Cassazione una parte civile nel processo di mafia che vedeva imputati Totò Riina ed altri sei della cosca. Quando durante il controesame dell’imputato ha chiesto se era assicurato e se gli interessavano dei pronti contro termine hanno capito che non aveva mai preso la laurea in giurisprudenza (neanche il diploma di geometra, se è per questo, ma è un altro film) e lo hanno sgridato… Da allora si è messo a fare il nutrizionista, che tanto lui è stato insieme per sei anni a una che aveva un bar per vegetariani pertanto le cose le sa. Dice che gli han dato la laurea ad honorem a Scalea e io non ho motivo di dubitarne.

Erminio mi fa comunque un programmino per perdere 7 chili nei restanti quarantacinque giorni che mi separano dall’inaugurazione della nuova barca di Mirkino (vero nome: Mirko Pelagatti): poiché voi pezzenti sicuramente ignorate chi è, sappiate che si tratta del DJ del Kà-Gola, il noto locale aperto da Freddi Mattiuzzo a Ipanema e poi trasferito, armi e bagagli, a Chioggia a causa di uno screzio con un narcotrafficante boliviano che gli aveva promesso di fargli la faccia come il crollo di una diga. Door selection severissima, consumazione coattiva € 175,00, donne pagamento doppio se ci sono io (altrimenti ne vengono troppe…), musica di classe: chill-dub-tecno-palparock, Naomi Sedaval, Trio Orgasmatron, Sud Sound System Revisited, Renzo Bossi Diggei… Roba appena arrivata da Londra, la piccola Spinea, di classe, non scaricabile, masterizzata su cd d’oro profumati con Eau d’Issey, roba che costa…
Tornando ad Erminio, il programma era molto semplice: digiuno totale.

Gli ho detto: “Herman” (ci tengo a farlo sentire importante) “io ho dei sabati di un certo livello da adempiere, non posso svenire in mezzo alla pista mentre la gente mi batte le mani sul ritmo di “Love Love Love” di Gianni Sannazzaro urlando in preda al panico “Saimon Non Sposarti! Saimon Non Sposarti!”. Vedevo che non capiva.

“Herman, ascoltami”, gli ho messo una mano sulla spalla notando che indossava una giacca con spalline imbottite probabilmente comprata in un negozio vintage anni ottanta di Soho, a Scaltenigo. “Io ho bisogno di energie, non posso digiunare, devo ballare, strusciarmi, essere sempre positive, proporre bond della Grecia ma al contempo avere il pisello sempre in tiro, in caso servisse”.

Herman si è versato un bicchiere di acqua minerale e colgate (dice che fa bene per la ritenzione idrica) e mi dice che non mi resta altro da fare che iscrivermi alla nuova palestra che ha aperto sua cugina, la Luana.

Me la ricordo la Luana, facevamo ragioneria insieme: all’epoca si metteva le Lumberjack, sorta di surrogato pellagroso delle Timberland, per cui non le ho mai permesso di avvicinarmi, ma aveva le tette grosse. “Proviamo”, ho detto.

La palestra della Luana ha già un nome che mi piace: “F4V” ovvero “Fit For Vips”. Dentro c’è gente che conta: metalmeccanici cassintegrati della Miralanza che fanno i carpentieri in nero (gente col Cayenne minimo, eh!), consulenti di infortunistica stradale ramo balcanico, c’è anche uno che stava con la Molly prima che lei lo lasciasse per mettersi con me… Ci ho parlato una volta, mi ha detto: “Saimon, sono molto orgoglioso di essere stato lasciato dalla mia fidanzata per te. Vuol dire che sono quasi al tuo livello”.

Appena entro mi avvicino alla reception ed estraggo il rotolo da dimostro (composto da un fascio di rubli che mi ha portato Mauro P2 dall’Ucraina l’ultima volta che è andato a bagasce con sopra un foglio viola del monopoli) la tipa mi fa: “Saimon, vuoi scherzare? Siamo noi che dovremmo pagare te per entrare in questa palestra”. Le dico “Darling, non scherzare, vuoi che mi porti in giro questo pesantissimo rotolo di soldi??? Dopo devo andare a ballare, se non me ne libero in qualche modo ostacolerà la mia mossa segreta da ballo del venerdì sera, la Saimon – Special Vacoom 9.0”. Ma la tipa mi guarda sgranando gli occhi: “Se la titolare sa che ti ho fatto pagare, mi licenzierà!!!” e si mette a piangere… Le dico “Ok, baby”, passerò alla pizzeria Valmarana a pagare un po’ di conti di tavoli a caso, per alleggerirmi.
Vado a cambiarmi. Il primo problema è che ho gli stessi calzini da sette giorni: quella puttana della donna delle pulizie non viene più solo perché son tre settimane che non la pago. Baldracca. Il fetore che ne esce si frammista a quel prodotto per capelli che uso per combattere l’incipiente calvizie, ne esce un gradevole aroma di curry. Grattandomi una chiappa dico al mio vicino di spogliatoio: “eh, maledetti cingalesi… gli dai un foglio verde per toglierteli dai coglioni, loro e le loro cazzo di rose, e quando se ne vanno ti hanno già impestato dei loro odori”. Il tipo sembra cascarci, e per questa volta sono salvo.

Secondo problema: per combattere la trippa e la pappagorgia (grasso che si accumula sotto il mento e mi fa sembrare un cardinale pedofilo) mi spalmo di AbdoSculpt della Collistar che però compro da un tizio napoletano che la vende al Bar Dai Fradei. Conclusione: sono tutta un irritazione, sembro una salsiccia rossa e ciò non è tanto confacente col mio completino di Louis Vuitton canotta e slippini che volevo usare che fare il tapis roulant.

Come farò?